Caro BG 376 HJ

Caro furgone, so che tu non c’entri nulla, che sei solo uno strumento di un volere superiore, che qualcun’altro possiede le chiavi della tua esistenza.
Però consentimi di sfogare su di te quanto non posso dire al tuo padrone che ti ha lasciato, chiuso, in mezzo ad un incrocio.
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Caro furgone, come ti sentiresti con un autobus parcheggiato, chiuso, davanti al portone del tuo garage? Vorresti tanto urlargli dietro, dirgli che quelle doppie frecce può ficcarsele proprio lì, che almeno poteva lasciare le portiere aperte in caso di emergenza, che forse avrebbe potuto parcheggiare un po’ più in là e farsi due salutari passi a piedi.
Non ti sentiresti tanto bene, soprattutto se l’autobus resta lì nonostante tu abbia suonato forte e a lungo.
Beh, caro furgone, vai, vai a quel paese!

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