Voto punitivo

Ebbene sì, concordo con Sartori che sul Corriere ([URL]http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2006/03_Marzo/23/sartori.shtml[/URL] ) introduce la simpatica definizione di “sputacchiatissimo voto punitivo”.
Fino ad oggi ero convinto che le mie scelte di voto puntassero a votare il meno peggio, avendo valutato la scelta dell’astensione (per quel che riguarda le politiche) come una fuga ingloriosa.
Invece il voto punitivo mi sembra proprio la definizione corretta, e ritengo preluda ad una democrazia dell’alternanza dove l’onere della prova sta a chi governa. Ossia se si é fatto qualcosa di buono, lo si dimostri, altrimenti voto gli altri, e così via di legislatura in legislatura.
Se qualcuno nei commenti mi aiuta, mi ricordo di un editoriale che motivava l’oscena situazione politica odierna a partire dal fatto che una destra inetta ha spinto la sinistra a non mostrare i suoi gioielli (fate voi, Veltroni, Rutelli o chi altro) ma a propinarci un gagliardo professore quasi settantenne, pretesco e cerchiobottista.

Quindi oggi, in un panorama desolato dove i programmi sono tutti, nella sostanza, similmente vaghi, io votero ‘contro’.
In attesa di poter votare ‘per’, in un futuro spero non troppo remoto…

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